giovedì 26 gennaio 2012

L'antica Addolorata

Quest’oggi esamineremo una delle foto più antiche della nostra Settimana Santa che riprende l’Addolorata durante la processione del Venerdì Santo 8/04/1898 (sotto il priorato di Carmine Calepio) mentre discende Corso Lucilio, nei pressi della prima rampa del Castello (incrocio via Garibaldi).
Innanzitutto ricordiamo che fino al 1957 la processione che attualmente si svolge il Sabato Santo si teneva il Venerdì Santo mattina (e quella dei Misteri il Giovedì Santo a sera) ed ancora che fino al 1967 i due cortei processionali (S. Carlo e SS. Rifugio), pur seguendo lo stesso percorso, procedevano separatamente. Esaminando questa foto, leggermente sbiadita ma ben conservata, salta subito all’occhio la posizione del Calvario posto più in alto rispetto ad oggi ed in una posizione leggermente decentrata. Sulla Croce non c’è la scritta INRI e le due scalette non sono simmetriche (quella di destra sembra quasi essersi sganciata). Questa disposizione del Calvario sembra, però, conferire alla scena uno slancio maggiore ed a ciò contribuisce anche il telo della deposizione (il velo bianco sulla Croce) che non è fissato da una fascia centrale, come quello attuale, e quindi può svolazzare liberamente.
Sul manto dell’Addolorata, uguale a quello attuale, non sono appuntati i soldi (come sfortunatamente avverrà nei decenni successivi) e la Madonna non ha una corona (come quella istallata lo scorso anno) ma una semplice e sobria aureola (come è stato fino al 2010).
Interessante è invece la copiosa presenza di ramoscelli di ruta sistemati tutti intorno alla statua, quasi come se dovessero incorniciare la scena con il loro colore verde (che ricorda quello delle mantelline). Questa immagine conferma che l’usanza di distribuire la ruta alla fine della processione è molto antica e riconducibile proprio alla processione dell'Addolorata.
Davanti alla statua c’è un giardinetto di candele (per fortuna recuperato lo scorso anno) mentre ai lati della statua si notano le 4 lunghe candele eliminate qualche anno fa. Lateralmente risaltano gli incensieri legati con i fiocchetti neri proprio come avviene oggi.
Il Cristo appare nella postura attuale ed il legno è chiaro, proprio come oggi. Questo conferma la bontà della scelta operata durante il restauro degli anni 90 allorquando la confraternita, anche contro il parere di molti concittadini, decise di far pulire il legno, annerito dal fumo delle candele di un secolo di processioni.
Nella foto si nota una copiosa partecipazione popolare (come oggi) ma ciò che balza all’occhio è la completa assenza delle donne (le uniche sono quelle affacciate ai balconi). Non si notano neanche le “alluttate”. Presumibilmente le prime "alluttate" (certamente inferiori di numero rispetto ad oggi e ciò non deve meravigliare essendo la foto ambientata in un'epoca particolarmente maschilista) seguivano il corteo dietro il Pallio essendo, quest'ultimo, affidato ai confratelli. Le consorelle, infatti, sostituiranno i confratelli molto tempo dopo come testimoniano altre immagini dei decenni successivi.
Accompagnano la processione due carabinieri in alta uniforme (oggi la chiameremmo uniforme storica). Dietro, vicino ad uno dei portatori, possiamo invece ammirare un vigile in alta uniforme, riconoscibile per l’elemetto. Evidentemente, i Vigili seguivano la statua, mentre i Carabinieri la precedevano. Inoltre, risaltano due individui con un berretto ed una sorta di divisa che sono vicini ai due Carabinieri, forse due guardie oppure molto più probabilmente due musicanti.
I confratelli portatori sono pochi, 2 per lato ma si notano anche dei portatori vicino e sotto la base, questo vuol dire che probabilmente in aggiunta agli 8 portatori sotto le sdanghe c’erano almeno altri quattro confratelli sotto la base, due per lato, per un totale di 12, contro i 24 e più di oggi. I confratelli indossano il cappuccio, abitudine che si perse verso la metà del novecento per poi essere ripristinata negli anni 80. Appaiono anche dei bambini con l’abito, a conferma dell’attaccamento che le nuove generazioni hanno sempre nutrito per i nostri riti pasquali.


Ultimo ma non meno significativo dettaglio: la foto è stata scattata nel pomeriggio, orientativamente verso le 15:30/16, e lo si evince dall’ombra solare che si staglia contro il palazzo alla destra (inclinata di più di 20°). Oggi, la Madonna raggiunge questa stessa posizione verso le 12:30/13 quando il Sole splende (se il tempo è buono) in alto nel cielo, senza proiettare un’ombra così marcata. Un tempo, invece, la processione rientrava in tardo pomeriggio, verso le 16:30/17, prima dell’inizio della funzione tradizionale nel Duomo durante la quale il Cristo Crocifisso veniva schiodato dalla Croce. Questo ritardo serviva anche per non incrociare il corteo processionale del mistero della Deposizione (San Carlo) poiché questa processione precedeva quella dell’Addolorata e si ritirava molto tempo prima, verso le 14 (come oggi). La tradizione voleva che i due cortei non dovessero mai incrociarsi, pena gravi calamità per la città. In realtà questa preoccupazione (di non incrociarsi) era giustificata dal rischio di scontri tra le due confraternite i cui confratelli erano divisi da una vecchia rivalità fomentata anche da questioni politiche ed ideologiche.
Questa foto è un pezzo della nostra storia, una preziosa testimonianza proveniente dal passato che speriamo possa tornare utile agli attuali amministratori dell’Arciconfraternita del SS. Rifugio per la processione che ogni anno organizzano con tanto zelo e devozione.

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