mercoledì 1 febbraio 2012

Il Giovedì Santo negli anni venti ...

L’attesa della Quaresima continua … mancano ormai solo 20 giorni all’inizio del periodo tanto caro ai Sessani e per far crescere ancora di più l’emozione nel cuore di ognuno, dopo aver esaminato un’antichissima fotografia della processione dell’Addolorata, eccovi un’altra immagine storica, probabilmente la più antica mai realizzata durante la processione dei Misteri.
Questa foto risale al periodo in cui la processione dei Misteri si svolgeva di Giovedì Santo, iniziando nel primo pomeriggio, verso le 16. Solo dal 1957, per volere della Congregazione dei Riti (Vaticano), la processione fu spostata al Venerdì Santo (e quella del Venerdì al Sabato Santo).
La foto è rovinata ed i bordi sono in gran parte sgualciti o strappati. Tuttavia, la parte centrale è abbastanza nitida e ci offre diversi spunti di riflessione.
Innanzitutto cerchiamo di datarla. Esaminiamo alcuni dettagli che potrebbero venirci in soccorso. Sopra al portone del Chiostro del Convento Francescano c’è un’asta da bandiera ed il simbolo della Reale Arma dei Carabinieri.
Dal mese di marzo del 1806 il convento dei frati minori fu soppresso; la Chiesa fu affidata all’Arciconfraternita del SS. Crocifisso ed il convento adibito ad altre funzioni.
Dal 1861 fu utilizzato come caserma dei Regi Carabinieri, tanto è che nel 1881 nel registro del catasto dei fabbricati il convento risultava utilizzato proprio caserma dei Carabinieri Reali.
Con atto rogato dal segretario comunale dott. Carlo Sangiorgio e registrato a Sessa il 5 dicembre 1933 avvenne una permuta tra il Comune di Sessa Aurunca e la Provincia di S. Giacomo della Marca dei frati minori, rappresentata da padre Teofilo, al secolo Francesco Carminati, con la quale il Comune cedeva il convento di S. Giovanni, già ad uso caserma dei Carabinieri Reali, ed in cambio prendeva il convento di S. Stefano. Il 13 novembre 1935, a seguito di decreto vescovile del giorno 11, anche la Chiesa tornò nelle mani dei frati minori.
Pertanto, la foto non può che risalire al periodo antecedente al 1933.
Tuttavia, è utile ricordare che già alle fine degli anni venti i Carabinieri si trasferirono presso l’altro convento dismesso della città di Sessa Aurunca, quello dei frati domenicani. Per cui possiamo sicuramente affermare che non risale all’inizio degli anni trenta ma agli anni 20. Anche altri dettagli ci inducono in questa direzione.
La villa comunale è recintata soltanto con il filo spinato; invece, in una famosa cartolina dell’inizio degli anni 30, che ritraeva il monumento ai caduti della villa comunale (che un tempo sorgeva dove oggi c'è la fontana) e la facciata della Chiesa di S. Giovanni (definita Chiesa del SS. Crocifisso) già si poteva notare la presenza del muretto perimetrale con le inferriate (come oggi).
Nella foto non si vedono autoveicoli e questo è molto strano atteso che la strada provinciale che passa davanti alla Chiesa è sempre stata molto trafficata. Anche la distanza tra le statue dimostra che i confratelli “se la prendevano comoda” non essendo assillati, come oggi, dal traffico. Ciò era possibile negli anni venti, quando le autovetture erano ancora una rarità, ma meno negli anni trenta, quando, invece, cominciarono a diffondersi gli automezzi, specie per il trasporto merci.
Un altro elemento che ci induce a pensare che questa foto risalga agli anni venti è l’abbigliamento dei partecipanti e l'aspetto degli abiti dei confratelli (che appaiono nuovi - notare lo stemma sul cappuccio del portatore del Terzo Mistero). I sai sono in ottime condizioni e ciò confermerebbe la nostra datazione agli anni 20 visto che furono commissionati verso la metà degli anni dieci. Un ultimo dettaglio è l’assenza di personaggi in abiti fascisti. E’ risaputo che i gerarchi fascisti, approfittando del proprio ruolo, si intromisero anche nella gestione delle processioni del Giovedì e Venerdì Santo, dando luogo ad alcune delle degenerazioni che poi, purtroppo, furono mantenute anche dopo il 1943. E’ inverosimile che in una fotografia del genere, una vera rarità per l’epoca, un costoso lavoro professionale (in quel periodo non esistevano i fotoamatori), probabilmente commissionato e pagato dallo stesso sodalizio, qualche gerarca del tempo non avesse approfittato per farsi riprendere in alta uniforme … per i posteri !
In altre foto del periodo successivo questo accadde quindi non c’è da meravigliarsi …
Per tutti questi dettagli ed anche per la qualità dell’immagine (la vignettatura presuppone l’uso di una macchina fotografica molto vecchia) riteniamo che questa fotografia, quasi certamente, risalga all’inizio degli anni venti.
Inoltre, l’abbigliamento invernale dei fedeli (quasi tutti uomini con cappotti e soprabiti), gli ombrelli aperti e l’illuminazione solare abbastanza precaria, ci fanno pensare ad una giornata nuvolosa (se non piovosa) e fredda, tipica delle Pasque che cadono a fine marzo. Per cui, premesso che negli anni 20 la Pasqua cadde nel mese di marzo solo negli anni 1921 (il 27) e 1929 (il 31) possiamo azzardare l’ipotesi che risalga al Giovedì Santo 24 marzo 1921.
Esaminiamo, ora, altri dettagli. Partiamo dalla Chiesa. La facciata appare pulita, ben tinteggiata, certamente in condizioni migliori rispetto a quelle attuali. I confratelli del SS. Crocifisso, come detto, ne avevano ereditato la proprietà dai frati minori nel 1807 e si erano preoccupati, in più occasioni, di investire le loro ingenti risorse per la relativa ristrutturazione. Altro elemento interessante è l’assenza del muretto davanti alla porta della Chiesa sostituito da un declivio di terreno. Dalla foto non riusciamo a capire se la piazza era asfaltata o meno, ma dal riquadro in alto a destra (più chiaro) sembra proprio di no.
Nella piazza si notano due “carraciuni”, uno spento (per il rientro), l’altro acceso, con il fumo che divampa proprio dietro al Quarto Mistero. Questo conferma che l’usanza di accendere i carraciuni (i falò) al passaggio dei Misteri è molto antica.
I confratelli hanno il cappuccio abbassato, i vestiti, come detto, sembrano nuovi e ben tenuti (nelle foto dei decenni successivi non saranno più così dignitosi …), alcuni portatori indossano i guanti, e la processione è abbastanza ordinata.
Passiamo alle statue. Il terzo Mistero appare in primo piano mentre il quarto è abbastanza lontano e sfocato; in ogni caso, per quello che si può vedere, i Misteri appaiono identici ad oggi (a seguito del restauro del 2003), puliti ed in ordine, senza camelie (trattasi di un’usanza abbastanza recente), con gli angioletti nudi (senza il pannetto) e con dei giardinetti di legno (sembrano delle piccole saette) montati sulle pedane con cinque lunghe candele spente. Questi giardinetti furono eliminati in occasione del restauro del 1958, poiché scomodi e pericolosi per i portatori; sempre in quella occasione furono coperti gli angioletti poiché l’allora padre guardiano del convento (padre Pizza) riteneva che costituissero un’inaccettabile oltraggio per il “decoro e la morale pubblica”. La Croce, invece, è identica ad oggi.
La gente è numerosa (quasi tutti uomini) ma non come oggi e si accalca soprattutto vicino all’ingresso della Chiesa, intenta ad osservarne l’interno dove il Cristo Morto e le Tre Marie forse erano stati appena sollevati dagli scranni, visto che i musicanti (quelli con il berretto alla sinistra della Croce) non stavano suonando. Non si vedono il primo ed il secondo Mistero che dovevano trovarsi già in piazza Tiberio (il primo) e lungo via delle Terme (il secondo).
Questo è l’elemento più sorprendente di questa antica immagine, la notevole distanza che c’è fra le statue (il primo mistero era già in piazza Tiberio mentre il Cristo e le Tre Marie erano ancora in Chiesa). Perché tutta questa distanza ?
Pur vero che in quel periodo non c’erano turisti e fedeli come oggi, per cui non era necessario mettere i (pochi) confratelli in fila o utilizzare cordoni. Ed ancora, non c’erano fotografi (professionisti e non), automobili o autoambulanze da schivare o giornalisti invadenti. Ma alcune fotografie dell’inizio degli anni 40 (che esamineremo in seguito), in condizioni ambientali simili a quelle della foto che stiamo esaminando, mostrano un corteo identico a quello dei giorni nostri, con i Misteri tutti abbastanza vicini fra di loro (ad una distanza di 5 / 10 mt).
Perché, dunque, tutta questa distanza ? Possiamo provare ad avanzare due ipotesi.
Questa particolare disposizione dei Misteri potrebbe essere frutto di una precisa scelta dell’amministrazione della confraternita (ogni amministrazione cerca di dare la sua impronta alla processione) per dare ad ogni gruppo statuario il giusto spazio per la cunnulella e per favorire l’ordine (anche i portatori con i cappucci abbassati sembrano essere un indizio in tal senso). A sostegno di questa ipotesi, se diamo per buona la datazione della foto al 1921, è importante precisare che questa fu la prima processione ad essere diretta dal priore Giacomo Spicciariello (che resterà in carica dal 1921 al 1927) ed è risaputo che ogni priore, appena eletto, si impegna al massimo per ottenere una processione ordinata e dignitosa, magari anche modificandone l'assetto.
L’altra ipotesi è che questa particolare conformazione del corteo costituisse un retaggio di quella che doveva essere la disposizione delle statue in un passato più remoto.
Ricordiamo che fino al 1840 nella processione non c’era la banda musicale, e quindi le marce funebri, ma solo il Miserere. Il Prof. Nando Tommasino nel suo pregevole libro "Giovedì Santo" (edito nel 1943) racconta che ogni Mistero aveva il suo trio mentre i cantori più bravi ed affiatati cantavano vicino al Cristo Morto. Inoltre, sempre in un passato molto remoto, la funzione principale della processione era quella di rappresentare la Passione e Morte di Nostro Signore Gesù Cristo (così veniva definita la processione nel 1700) in una sorta di via Crucis figurata (che in passato molto più remoto veniva rappresentata da persone in carne ed ossa). Questa funzione “didattica” della processione veniva assolta meglio se le statue procedevano lentamente e distanti fra loro, così da consentire ai fedeli di osservare meglio i Misteri e di riflettere sul loro significato religioso.
C'è però da dire che quello che potrebbe sembrare valido per il 1700 o per la prima metà del 1800 sembra però più strano nel 1900 visto che ad una distanza simile era difficile per i portatori dei primi due Misteri ascoltare le note delle marce funebri. Oggi siamo abituati a vedere i Misteri uscire dalla Chiesa nel giro di pochi minuti, praticamente nell’arco della durata della prima marcia funebre. E spesso, nonostante il corteo processionale dei nostri tempi sia “compatto e corto”, i portatori dei primi due misteri si lamentano di non riuscire ad ascoltare le marce funebri. Come facevano all’epoca questi confratelli ad ascoltare la musica ?
Forse in quel periodo non era essenziale ascoltare le marce funebri ? Forse era più importante ascoltare il Miserere ? Oppure la minore partecipazione popolare consentiva di ascoltare la musica anche ad una distanza di 150/200 metri ?
Oppure siamo semplicemente di fronte ad una delle tante (e per fortuna temporanee) innovazioni personali apportate da un priore ?
Difficile dirlo … sicuramente in passato i Misteri uscivano dalla Chiesa più lentamente di oggi, forse venivano eseguite due o più marce e di sicuro la processione proseguiva più lentamente, con una durata di almeno 10/12 ore (contro le 6 di oggi). Ed è anche probabile che in passato non fosse essenziale per i portatori ascoltare le marce funebri (un elemento relativamente recente) ma solo il Miserere (il che, spiegherebbe questa particolare disposizione dei Misteri).
Nel dubbio, però, una cosa è certa, questa immagine, proprio come quella dell’Addolorata del 1898, trasmette emozioni ed indicazioni a tutti quelli che amano le nostre antiche tradizioni e sono interessati a capirne la storia e l’evoluzione.

Nessun commento: